
“In questo nuovo lavoro andremo ad esaminare i motivi che portarono allo scoppio dei tumulti antifiscali e che provocarono stragi in diversi centri dell’isola.
Tra il dicembre 1893 e i primi di gennaio del 1894 la Sicilia fu teatro di una serie di accese proteste scoppiate in diverse parti dell’isola, proteste scoppiate principalmente per chiedere la riduzione delle tasse e dei dazi di consumo. Lo sciopero contadino per l’applicazione dei patti di Corleone, attuato soprattutto nella Sicilia centrale ed occidentale, durato tre mesi (da agosto a novembre), guidato dai dirigenti dei fasci quali Verro e Barbato, dimostrò la capacità organizzativa del movimento isolano, nonostante le numerose lacune nell’aspetto politico. Importanti risultati furono raggiunti in alcuni centri quali Corleone e Villafrati, dove vennero stipulati accordi tra proprietari e contadini e in misura minore in altri luoghi dove i patti vennero accettati. Ciò che però rimaneva un serio problema per la popolazione erano le tasse esose applicate dalle amministrazioni comunali che non colpivano solo la classe contadina, protagonista in quel momento delle lotte agrarie, ma anche le classi artigiane. Su 68 comuni in agitazione, quasi 50 risultavano tali proprio per la questione legata alle tasse.”
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