Qualcuno si chiederà “A chi è rivolto il titolo di questo articolo?” e noi rispondiamo, a tutti ed a nessuno. Sicilia Stato, (lo abbiamo detto spesso) è composto da persone che si definiscono ANTI- politica (come viene intesa oggi); noi vogliamo ridare valore a questo termine. La prima definizione di questa parola, risale ad Aristotele: secondo il filosogo greco, fare politica significava amministrare la polis per il bene di tutti, determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano. Nel corso dei secoli, il termine ha preso significati e derive differenti dal concetto di Aristotele. Fino ad arrivare ad oggi. Se una volta, il popolo dava alla politica le chiavi del proprio futuro, oggi si cerca di scappare da quella che (senza esagerare) è la causa primaria del disastro a cui questo paese oggi va incontro. Perché questa premessa? Per cercare di far capire a tutti, che definirsi ANTI-politica, non vuol dire generalizzare o fare del becero qualunquismo, quanto piuttosto rifiutare la logica del clientelismo che la politica odierna attua ormai da anni soprattutto in Sicilia; far capire che una politica come quella di Aristotele (ovviamente considerando il tempo in cui viviamo) è possibile. Ma ritorniamo al nostro titolo. E lo facciamo con una domanda: cosa significa essere indipendentista oggi? Cercheremo di spiegarlo senza “puzza sotto il naso”, ma in maniera umile e soprattutto sincera. Non abbiamo interessi elettorali, ragion per cui quello che diciamo proviene direttamente dal nostro cuore. Noi crediamo in una rinascita della nostra terra, nulla è impossibile; per noi, l’unico modo per risollevarci è con la completa autodeterminazione. Tuttavia, siamo consapevoli del fatto che prima di arrivare alla completa indipendenza, bisogna lavorare a tappe ed una di queste è l’applicazione integrale dello Statuto d’autonomia siciliano. Nato nel 1946, dopo una guerra (nel vero senso della parola) tra Italia e Sicilia, lo Statuto è stato conquistato con il sangue di patrioti siciliani, ma per 65 anni, è stato totalmente inapplicato. Un mezzo che potrebbe permettere alla nostra isola di risollevarsi, soprattutto da un punto di vista economico (in realtà, entrate che dovrebbero andare nelle casse della Regione, prendono altre strade….); oggi, tanti movimenti e associazioni cercano di fare il possibile per divulgare l’importanza dello Statuto, ancora oggi sconosciuto nel suo senso reale e sottovalutato dal popolo. Che ha (secondo noi) la colpa di evitare tutto ciò che riguarda il sapere, limitandosi a sopravvivere (quando in realtà un popolo che sa, fa tremendamente paura). Abbiamo detto prima: tanti movimenti e tante associazioni si dedicano alla divulgazione della conoscenza…ed i partiti che si professano autonomisti? Che fanno? La Regione siciliana, oggi, è governata da un Presidente autonomista (fondatore del Movimento per l’Autonomia); solo che di lotta per l’autonomia (a quanto ci risulta) non ne ha fatta granchè……ma piuttosto lo vediamo (e sentiamo) portare avanti battaglie come la costruzione del ponte (che, ormai crediamo sia evidente a tutti la sua inutilità e i danni che potrebbe creare, senza considerare il fatto che non è un ponte a dare ricchezza alla nostra isola), quando la Sicilia ha bisogno di ben altro, a cominciare dai collegamenti ferroviari che ormai da anni fanno “ridere i polli”; ha bisogno di una rivalorizzazione culturale (sembra assurdo ma la Sicilia, da sola, ha il 40% dei beni culturali presenti in tutta Italia) che oggi non trova la giusta espressione, se non fosse per l’impegno di tante associazioni culturali che lavorano ogni giorno (e ahimè, sempre poco è). Una Sicilia che ogni giorno è sempre più verso il tracollo, con tassi percentuali di disoccupazione giovanile e non, che ogni anno aumentano in maniera esponenziale. E’ una terra in totale abbandono, distrutta dal clientelismo politico e costretta a subire da 151 anni un regime coloniale che la opprime ogni giorno in misura maggiore. Un terra con un destino disgraziato…..ma il destino si può cambiare, se solo il popolo che l’abita, decidesse di prendere coscienza del suo passato, decidesse di prendere visione della vita che oggi è costretto a vivere…e cercare di ridare alla Sicilia un destino diverso. Perché è questo il punto: siamo indipendentisti, perché siamo coscienti di essere nati in una terra con proprie basi storiche e sociali, gloriose e antiche. Basi solide che fanno di questa isola, una delle terre più antiche e più belle del mondo; basi sociali che fanno del popolo siciliano, un popolo diverso da quello che ormai da anni dipingono fuori (qualsiasi siciliano fuori dalla sua terra, è stato quasi sempre identificato con l’appellativo “mafioso”, risultato della politica coloniale), ma oggi tristemente spento. E qui subentrano coloro che hanno deciso di svegliarsi…perché è proprio questo il punto: chi sa, chi è perfettamente consapevole delle cause di questo decadimento, deve far conoscere al popolo cosa siamo stati, come hanno ridotto oggi la nostra terra ed il perché! Ma bisogna farlo, andando aldilà della politica! Perché qui non è solo in gioco l’essenza stessa della politica, ma la sopravvivenza di un’intera isola!!! Ma come facciamo ad avere speranza, se proprio coloro che hanno preso coscienza, decidono di scendere a patti con chi ha un disinteresse totale verso la nostra Sicilia??….Come facciamo ad avere speranza, se coloro che hanno preso coscienza, decidono di farsi la guerra tra di loro, perché non gli sta bene quello che fa l’altro??……I giovani che si avvicinano alla verità, con quale spirito possono affrontare tutto questo schifo??….Possiamo fare nomi di movimenti, nomi di persone, ma evitiamo perché non vogliamo cadere in basso. Non vogliamo perdere una cosa per noi fondamentale: LA DIGNITA’. La consideriamo un valore troppo importante e non vogliamo svenderla. Ma oggi, è una rarità. Soprattutto qui, nella terra più bella del mondo….nella terra del sole…nella terra del sogno e dell’incubo. Soprattutto qui, nella terra di Trinacria.
Figli di Sicilia
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