Nicola Petrina è una figura particolarmente importante all’interno del movimento dei Fasci Siciliani in quanto fu proprio lui a creare il primo Fascio dell’isola.
Sulla data di fondazione, non tutti gli storici sono d’accordo: c’è chi fissa la costituzione del Fascio di Messina al 18 Marzo 1889, ovvero quando venne approvato lo Statuto, chi invece, la fissa al 22 Dicembre 1888, giorno in cui si svolse la prima riunione (ed in effetti la scelta più giusta, secondo noi, è proprio questa).
In Italia erano già presenti Fasci operai in diverse città (Bologna e Firenze), ma quello messinese, seppur di stampo anarco-operaista, segnò un punto di rottura, avvicinandosi al socialismo. Grazie al lavoro di Petrina, società operaie di conciapelli, meccanici, falegnami e cocchieri si unirono in un unico corpo (pur mantenendo una propria autonomia), quello appunto del Fascio dei Lavoratori.
Tuttavia, la sua attività fu, almeno inizialmente, bassa. Petrina venne arrestato poco dopo la fondazione e dovette scontare 3 anni di prigione.
LA VITA
Nato a Randazzo nel 1861, sin da giovane si interessò di politica. Abbracciò l’ideale anarchico ed operò, nella sua intensa attività sindacale, insieme a Giovanni Noè ed Amilcare Cipriani.
Dopo aver preso la strada del socialismo, aderì al Partito dei Lavoratori Italiani facendosi eleggere Consigliere comunale e denunciando i continui abusi che i lavoratori erano costretti a subire e le illegalità continuamente perpetrate dai baroni.
Entrò a far parte del Comitato Direttivo dei Fasci e sostenne la necessità di una unione con il Partito.
La Messina operaia, intanto, si faceva sentire sempre di più e il socialismo coinvolgeva diverse categorie. Un socialismo tutto siciliano che, soprattutto nei centri rurali, più che di stampo marxista si ispirò ad un cristianesimo primitivo.
La popolarità del Nostro cresceva e la repressione del movimento dei Fasci si avvicinava. Nel 1894, Nicola Petrina e Francesco Lo Sardo (altra figura di spicco del socialismo messinese) vennero arrestati insieme con gli altri componenti del Comitato Direttivo, subendo il processo da parte dei Tribunali Militari e venendo condannati a 12 anni. Nel 1895, però, grazie all’amnistia, uscì di prigione e riprese ciò che aveva lasciato ovvero, la lotta al fianco della classe lavoratrice.
Nessuno però aveva previsto il terribile terremoto del 1908 che distrusse Messina e la vita di tanti cittadini tra cui quella del Nostro. La sua salma venne recuperata un anno dopo.
Nicola Petrina rappresentò l’anima operaia del movimento dei Fasci. La sua capacità di coinvolgimento e la sua preparazione politica svegliarono la classe dei lavoratori messinesi, aprendo la strada per la loro emancipazione.
Con Nicola Petrina si conclude il lavoro sui protagonisti dei Fasci Siciliani dei lavoratori. Nel nostro piccolo, abbiamo cercato di omaggiare coloro il quale si sacrificarono per il bene del popolo. Noi li definiamo “protagonisti” in quanto figure principali, ma in realtà ad essere realmente protagonisti furono tutti quei lavoratori che decisero di rompere le catene dell’asservimento e di gridare in faccia ai loro padroni la parola LIBERTA’; molti di essi morirono, uccisi dalla repressione di un governo sordo alle loro richieste.
I Fasci Siciliani dei lavoratori furono il primo vero movimento sindacale sorto in Italia.
Figli di Sicilia
Cosa pensi?